La Calligrafia
L'etimologia della parola ci porta al significato della stessa: l'aggettivo greco "calos" ("bello") unito alla parola "grafos" ("scrittura") fanno sì che si venga a creare un termine dal chiaro significato, quello di arte della bella scrittura; una scrittura a mano libera che si fonda su peculiari canoni.
La calligrafia e il gusto per essa era in auge già al tempo dei Bizantini, dei Persiani e degli Arabi oltre che tra i popoli della lontana Cina; chiari esempi calligrafici si sono avuti con la scrittura umanistica e dunque con il gusto di abbellire i manoscritti grazie agli amanuensi italiani.
La calligrafia attribuisce grande importanza alla forma, allo stile e alla proporzione delle lettere, ed è come se ogni lettera facesse trapelare la cura con cui il calligrafo le ha dato vita; sulla base di scritture precedentemente in uso, in quell'epoca l'uomo ha cominciato a stabilire dimensioni e forme delle singole lettere.
Si vennero a creare modelli originali, meno pomposi e più svelti (con alcune lettere come la "b" e la "d" dalle aste occhiellate). Nel diciannovesimo secolo si è diffuso il corsivo inglese in tutto il continente europeo, a partire dalla Francia e dalla Spagna per diffondersi poi anche nel nostro paese.
E furono abili calligrafi a proporre, progressivamente, delle varianti rispetto a quelle tradizionali forme di scrittura. Pertanto nella sua forma più moderna il calligrafo può realizzare liberamente scritte per particolari occasioni (menu, compilazione di importanti documenti e segnaposti, tanto per fare qualche esempio) dando libero sfogo alla propria fantasia ottenendo deliziosi effetti grafici.